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Et introibo ad altare Dei, ad Deum laetitiae exsultationis meae.
Verrò all'altare di Dio, al Dio della mia gioia, del mio giubilo.




I passi della sacra scrittura che includono questo (Sal 43) versetto si possono trovare nel sito del Vaticano:
https://www.vatican.va/archive/ITA0001/__PG6.HTM
Qui si può consultare l'intera Sacra Scrittura in tutte le lingue.




Durante il concilio vaticano II oltre a modifiche pastorali, le quali dovevano
probabilmente essere le uniche, è stata revisionata la Santa Messa.

Per molti secoli le chiese venivano costruite con altare rivolto dove sorgeva il
sole. Era palese che si voleva equiparare la Santa Messa a qualcosa di straordinario
che fosse fondamentale per l'uomo quasi indispensabile per la propria sopravvivenza.
Se mancasse il sole, o se solo non fosse presente allo stesso modo, per lungo tempo,
per mesi o addirittura per anni si vedrebbero conseguenze incredibili. Nel rito antico
è molto usato il passo del salmo 43 "Introibo ad altare Dei, ad Deum qui laetificat
juventutem meam" che sembra richiamare questo nutrirsi attraverso l'altare che ci
conduce a Dio.

Nel nuovo testamento si può trovare il medesimo significato quando lo stesso Gesù Cristo,
del quale nella Santa Messa si compie il memoriale, disse(Mt 11,28-29-30):

"Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò.
Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e
troverete ristoro per le vostre anime.
Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero"
https://www.vatican.va/archive/ITA0001/__PTZ.HTM

Sembra dunque evidente che chi compie il gesto di andare in contro a Lui con fede, che si fa
presente realmente sull'altare, possa veramente ricevere ristoro e fortezza di spirito
per la propria vita esattamente come chi Lo incontrava durante il Suo ministero.






Il nuovo altare, purtroppo molto più similare ai templi massonici, sembra anteporre l'uomo a Dio
credendo così inutile la Sua reale presenza fino a sminuire la Santa Messa ad una banale cena
in memoria di un Maestro. In quella cena però, che fu anche l'ultima, vi era già metaforicamente
rappresentata tutta la sofferenza, il giogo e il carico che il Maestro avrebbe dovuto subire.
Vi era addirittura la visione della morte che precedette il mistero della resurrezione, ovvero il
ristoro eterno.






Attualmente da un unico modo di accostarsi al Sacramento della Santa Comunione ve ne sono tre differenti.
In ginocchio ai piedi dell'altare, in fila e in piedi davanti ad un ministro o addirittura al proprio
posto con il ministro che va verso il fedele.