“Nihil est extra hominem introiens in eum, quod possit eum coinquinare;
Dicebat autem: “ Quod de homine exit, illud coinquinat hominem."
"Non c'è nulla fuori dell'uomo che, entrando in lui, possa contaminarlo;
Quindi soggiunse: "Ciò che esce dall'uomo, questo sì contamina l'uomo."

I passi del vangelo che includono questo (Mc 7,15-20) versetto si possono trovare nel sito del Vaticano:
https://www.vatican.va/archive/ITA0001/__PUN.HTM
Qui si può consultare l'intera Sacra Scrittura in tutte le lingue.

*** LGBT - Gender - Presenza di DIO ***



La mancanza delle fede in una Presenza superiore porta spesso, o per presunzione o per smarrimento, ad
una ricerca deviata di spiegare le cose.
La Chiesa in questo dovrebbe lasciare libero arbitrio come il Padre lasciò il figliol
prodigo sbagliare nella parabola raccontata agli apostoli da Gesù(Lc 15,11-33).
https://www.vatican.va/archive/ITA0001/__PVB.HTM
L'imposizione non può mai essere amore.





Ciò non vuol dire però non dover chiaramente esporre e predicare la propria posizione.
Le comunità LGBT sostengono le proprie verità e vengono definite come ideologia Gender
a detta di alcuni in modo dispregiativo. In passato erano già presenti tali problematiche
tanto che esisteva il culto della dea/dio Ermafrodite/Ermafrodito. L'essere l'uno e l'altro
dovrebbe riguardare scentificamente più il mondo animale e vegetale.





A livello spirituale o psichico invece, a seconda dei rispettabili punti di vista, possono esistere
infinite forme di genere. La natura dovrebbe essere il confine o il limite invalicabile per poter
salvaguardare l'umanità. Questo confine o limite è già stato prevalicato e sta anche pretendendo
di giudicare l'individuo secondo criteri nuovi molto sbilanciati. A volte si prova a giustificare
questi tentativi di essere come divinità o invidui frutti del caso per scopi scentifici e utili
a progredire a livello medico. La Chiesa dovrebbe essere conscia che oltre a questi confronti vive
da sempre un confronto o meglio conflitto interno che cerca di sminuire la reale presenza di Cristo
e di conseguenza di Dio.





Basta pensare ad eretici come Ario(300 d.C.) che di questi tempi sembrano pullulare all'interno della
Chiesa sottoforma di giovani e progressisti teologi atti a sminuire l'Eucarestia e la reale presenza
di Cristo.
Indeboliscono così il fedele,che trovandosi di fronte ad una società aperta e molto agressiva, pensa
di non essere frutto di una grande esplosione nell'universo.
Si predica la Chiesa di più di 1000 anni come semplicemente una parentesi sbagliata che all'improvviso
con il concilio vaticano II dovrebbe essere celestiale.
A questo proposito citiamo 3 santi con personalità diversissime che misurati oggi avrebbero forse
destini molto differenti:






"Sant'Agostino d'Ippona"(400 d.C.) dottore della Chiesa con una vita, precedentemente al sacerdozio
dissoluta, diventata adorazione e contemplazione teologica di Dio a tal punto da dire nelle sue
confessioni:
"Troppo tardi ti ho amato confuso dalle tue creature." Oggi sarebbe visto come uno che dopo una vita
normale ha contratto una malattia.

"San Francesco d'Assisi"(1200 d.C.) Fondatore dell'ordine Francescano passò da una vita piena di agi
alla povertà assoluta.
Conosciuto come primo poeta italiano, amante delle creature e della natura, era capace di gesti come
buttarsi in una fontana ghiacciata per allontanare le tentazioni.
Visse probabilmente un amore platonico con Santa Chiara.
Oggi sarebbe visto come personaggio strano non inquadrabile.

"Sant'Antonio da Padova"(1200 d.C.) Frate portoghese dell'ordine francescano che conobbe Francesco.
Teologo e perspicace oratore fu protagonista di molti fatti eclatanti. Come più noti si cita spesso
la capacità di
sopravvivere ad avvelenamenti, a cui era spesso sottoposto, al quale rispondeva
pregando sulla pietanza che gli veniva servita. Viene spesso rappresentato con dei fiori in mano.





Siamo probabilmente nei tempi profetizzati da un grande papa come Leone XIII nella sua enciclica
Humanum Genus(20-04-1884).
https://www.vatican.va/content/leo-xiii/it/encyclicals/documents/hf_l-xiii_enc_18840420_humanum-genus.html