Sicut in die honeste ambulemus: non in comissationibus et ebrietatibus, non in cubilibus et
impudicitiis, non in contentione et aemulatione;
Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno: non in mezzo a gozzoviglie e ubriachezze, non fra impurità
e licenze, non in contese e gelosie.
I passi della sacra scrittura che includono questo (Rm 13,13) versetto si possono trovare nel sito del Vaticano:
https://www.vatican.va/archive/ITA0001/__PG6.HTM
Qui si può consultare l'intera Sacra Scrittura in tutte le lingue.
Nell'affrontare la figura di Sant'Agostino credo sia importante soffermarsi su alcuni aspetti della sua vicenda
interiore, che ne hanno fatto uno dei più grandi convertiti della storia cristiana.
A questa sua esperienza ho dedicato in particolare la mia riflessione durante il pellegrinaggio che ho compiuto
a Pavia per venerare le spoglie mortali di questo Padre della Chiesa. In tal modo ho voluto esprimere a lui l'omaggio
di tutta la Chiesa Cattolica, ma anche rendere visibile la mia personale devozione e riconoscenza nei confronti di
una figura alla quale mi sento molto legato per la parte che ha avuto nella mia vita di teologo, sacerdote e pastore.
Ancora oggi é possibile ripercorrere la vicenda di Sant'Agostino grazie soprattutto alle "Confessioni", che sono
all'origine di una delle forme letterarie più specifiche dell'Occidente, l'autobiografia, cioé l'espressione personale
della coscienza di sé. Ebbene, chiunque avvicini questo libro straordinario e affascinante, ancora oggi molto letto,
si accorge facilmente come la conversione di Agostino non sia stata improvvisa né pienamente realizzata fin dall'
inizio, ma possa essere definita piuttosto come un vero e proprio cammino, che resta un modello per ciascuno di
noi.
Questo itinerario culminò certamente con la conversione e poi con il battesimo ma si concluse in quella veglia
pasquale dell'anno 387 d.C. , quando a Milano il retore africano venne battezzato dal vescovo Ambrogio.
Il cammino di conversione di Agostino infatti continuò umilmente sino alla fine della sua vita, tanto che si può
veramente dire che le sue diverse tappe - se ne possono distinguere facilmente tre - siano un'unica grande
conversione.
Sant'Agostino é stato un ricercatore appassionato della Verità: lo é stato fin dall'inizio e poi per tutta la sua vita.
La prima tappa del suo cammino di conversione si é realizzata proprio nel progressivo avvicinamento al cristianesimo.
In realtà, egli aveva ricevuto dalla madre Monica, alla quale restò sempre legatissimo, un'educazione cristiana e, benché
avesse vissuto durante gli anni giovanili una vita sregolata, sempre avvertì una profonda attrazione per Cristo, avendo bevuto
l'amore il nome del Signore con il latte materno, come lui stesso sottolinea (cfr. Confessioni III,4,8).
Ma anche la filosofia, soprattutto quella di impronta Platonica, aveva contribuito ad avvicinarlo ulteriormente a Cristo,
manifestandogli l'esistenza del Logos, che sembra così lontano. Soltanto la lettura dell'epistolario di San Paolo, nella
fede della Chiesa Cattolica, gli rivelò pienamente la Verità.
Questa esperienza fu sintetizzata da Agostino in una delle pagine più famose delle "Confessioni". Egli racconta che nel
tormento delle sue riflessioni, ritiratosi in un giardino, sentì all'improvviso una voce infantile che ripeteva una cantilena,
mai udita prima: "tolle, lege, tolle, lege" che significa "prendi, leggi, prendi, leggi"(VIII,12,29).
Si ricordò allora della conversione di Antonio, padre del monachesimo, e con premura tornò al codice paolino che aveva
poco prima tra le mani, lo aprì e lo sguardo gli cadde sul passo della Lettera ai Romani, dove l'Apostolo esorta ad
abbandonare le opere della carne e a rivestirsi di Cristo ( Rm 13,13 ).
Aveva capito che quella parola in quel momento era rivolta personalmente a lui, veniva da Dio tramite l'Apostolo e gli
indicava cosa fare in quel momento. Così sentì dileguarsi le tenebre del dubbio e si ritrovò finalmente libero di donarsi
interamente a Cristo: "Avevi convertito a te il mio essere" (Confessioni VIII,12,30).
Fu questa la sua prima decisiva conversione.
A questa tappa fondamentale del suo lungo cammino il retore africano arrivò grazie alla propria passione per l'uomo e per
la Verità, passione che lo portò a cercare il Dio grande e inaccessibile. La fede in Cristo gli fece capire che Dio,
apparentemente così lontano, in realtà non lo era.
Egli, infatti, si era fatto vicino a noi, divenendo uno di noi. In questo senso la fede in Cristo portò a compimento la lunga
ricerca di Agostino sul cammino della Verità. Solo un Dio fattosi "toccabile", uno di noi, era finalmente un Dio che si
poteva pregare, per il quale e con il quale si poteva vivere.
E' questa una via da percorrere con coraggio e nello stesso tempo con umiltà, nell'apertura a una purificazione permanente,
di cui ognuno di noi ha sempre bisogno.
Ma con quella veglia pasquale del 387 d.C., come abbiamo detto, il cammino di Agostino non era concluso.
Tornato in Africa, fondò un piccolo monastero, vi si ritirò con pochi amici per dedicarsi alla vita contemplativa e di studio.
Questo era il sogno della sua vita. Adesso era chiamato totalmente a vivere per la Verità, con la Verità, nell'amicizia di Cristo
che é la verità.
Un bel sogno che durò tre anni, fino a quando egli non venne suo malgrado, consacrato sacerdote a Ippona e destinato a
servire i fedeli, continuando si a vivere con Cristo e per Cristo, ma a servizio di tutti.
Questo gli era molto difficile, ma capì dall'inizio che vivendo per gli altri, e non semplicemente per la sua privata contemplazione,
poteva realmente vivere con Cristo e per Cristo.
Così, rinunciando a una vita solo di meditazione, Agostino imparò, spesso con difficoltà, a mettere a disposizione il frutto della
sua intelligenza a vantaggio degli altri. Imparò a comunicare la sua fede alla gente semplice e a vivere così per essa in quella che
divenne la sua città, svolgendo senza stancarsi un'attività generosa e gravosa, che così descrive in uno de bellissimi sermoni:
"Continuamente predicare, discutere, riprendere, edificare, essere a disposizione di tutti - é un ingente carico, un grande peso,
un'immane fatica" ( Sermoni 339,4).
Ma egli prese su di se questo peso, comprendendo che proprio coisì poteva essere più vicino a Cristo. Capire che si arriva agli
altri con semplicità e umiltà, fu questa la sua seconda conversione.
Ma c'é un'ultima tappa del cammino agostiniano, una terza conversione: quella che lo portò ogni giorno della sua vita a chiedere
perdono a Dio. Inizialmente aveva pensato che una volta battezzato, nella vita di comunione con Cristo, nei sacramenti, nelle
celebrazione dell'Eucarestia, sarebbe arrivato alla vita proposta del discorso della montagna: alla perfezione donata nel Battesimo
e riconfermata nell'Eucarestia. Nell'ultima parte della sua vita capì che quello che aveva detto nelle sue prime prediche sul Discorso
della montagna - cioè che adesso noi, da cristiani, viviamo questo ideale permanentemente - era sbagliato.
Solo Cristo stesso realizza veramente e completamente il Discorso della montagna. Noi abbiamo sempre bisogno di essere lavati
da Cristo e da Lui rinnovati. Per questo abbiamo bisogno di quella conversione permanente, che si alimenta all'umiltà di saperci
peccatori in cammino, finchè il Signore ci dia definitivamente la mano e ci introduca nella vita eterna.
In tale atteggiamento di umiltà, vissuto giorno dopo giorno, Agostino visse e morì.
Questo sentimento di indegnità davanti all'unico Signore Gesù lo introdusse all'esperienza di un'umiltà anche intellettuale.
Agostino, infatti, che é una delle più grandi figure della storia del pensiero, volle negli ultimi anni della sua vita sottoporre a un
lucido esame critico tutte le sue numerosissime opere. Ebbero così origine la Retractationes(Ritrattazioni) che in questo modo
inseriscono il suo pensiero teologico, davvero grande, nella fede umile e santa di quella che egli chiama semplicemente con il
nome di Catholica, cioè della Chiesa. "Ho compreso" scrive appunto in questo originalissimo libro "che uno solo é veramente
perfetto e che le parole del Discorso della montagna sono totalmente realizzate in uno solo: in Gesù Cristo stesso. Tutta la Chiesa
invece - tutti noi, inclusi gli apostoli - dobbiamo pregare ogni giorno:
rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori" ( I,19,1-3).
Convertito a Cristo, che é Verità e amore, Agostino lo ha seguito per tutta la vita ed é diventato un modello per ogni essere umano
, per noi tutti in cerca di Dio. Per questo ho voluto concludere il mio pellegrinaggio a Pavia riconsegnando idealmente alla Chiesa
e al mondo, davanti alla tomba di questo grande innamorato di Dio, la mia prima Enciclica, intitolata Deus Caritas Est.
Questa infatti deve molto specialmente nella sua prima parte, al pensiero di Sant'Agostino. Anche oggi, come al suo tempo, l'umanità
ha bisogno di conoscere e soprattutto di vivere questa realtà fondamentale: Dio é amore, e l'incontro con Lui é la sola risposta alle
inquietudini del cuore umano.
Un cuore che é abitato dalla speranza, forse ancora oscura e inconsapevole in molti nostri contemporanei, ma che per noi cristiani
apre già oggi al futuro, tanto che San Paolo ha scritto che "nella speranza siamo stati salvati" ( Rm 8,24).
Alla speranza ho voluto dedicare la mia seconda Enciclica, Spe Salvi, e anch'essa é largamente debitrice nei confronti di Agostino
e del suo incontro con Dio.
In un bellissimo testo sant'Agostino definisce la preghiera come espressione del desiderio e afferma che Dio risponde allargando
verso di Lui il nostro cuore. Da parte nostra dobbiamo purificare i nostri desideri e le nostre speranze per accogliere la dolcezza
di Dio ( cfr. Commento alla Prima Lettera di Giovanni 4,6). Questa sola, infatti, aprendoci anche agli altri, ci salva.
Preghiamo dunque che nella nostra vitaci sia ogni giorno concesso di seguire l'esempio di questo grande convertito, incontrando
come lui in ogni momento della nostra vita il Signore Gesù, l'unico che ci salva, ci purifica e ci dà la vera gioia , la vera vita.
Udienza generale, 27 febbraio 2008, Aula Paolo VI - Sant'Agostino 5/5
Udienza generale, 20 febbraio 2008, Aula Paolo VI - Sant'Agostino 4/5
Udienza generale, 30 gennaio 2008, Aula Paolo VI - Sant'Agostino 3/5
Udienza generale, 16 gennaio 2008, Aula Paolo VI - Sant'Agostino 2/5
Udienza generale, 9 gennaio 2008, Aula Paolo VI - Sant'Agostino 1/5