Cum Michael archangelus cum Diabolo disputans altercaretur de Moysis corpore, non est ausus
		iudicium inferre blasphemiae, sed dixit: “ Increpet te Dominus! ”.
		Hi autem, quaecumque quidem ignorant, blasphemant; quaecumque autem naturaliter tamquam muta animalia
		norunt, in his corrumpuntur.
		Vae illis, quia via Cain abierunt et errore Balaam mercede effusi sunt et contradictione Core perierunt!
		Hi sunt in agapis vestris maculae, convivantes sine timore, semetipsos pascentes; nubes sine aqua,
		quae a ventis circumferuntur; arbores autumnales infructuosae bis mortuae, eradicatae;
		fluctus feri maris despumantes suas confusiones; sidera errantia, quibus procella tenebrarum in
		aeternum servata est.
		
		L'arcangelo Michele quando, in contesa con il diavolo, disputava per il corpo di Mosè, non osò
		accusarlo con parole offensive, ma disse: Ti condanni il Signore!
		Costoro invece bestemmiano tutto ciò che ignorano; tutto ciò che essi conoscono per mezzo dei sensi,
		come animali senza ragione, questo serve a loro rovina.
		Guai a loro! Perché si sono incamminati per la strada di Caino e, per sete di lucro, si sono
		impegolati nei traviamenti di Balaàm e sono periti nella ribellione di Kore.
		Sono la sozzura dei vostri banchetti sedendo insieme a mensa senza ritegno, pascendo se stessi;
		come nuvole senza pioggia portate via dai venti, o alberi di fine stagione senza frutto, due volte morti,
		sradicati;
		come onde selvagge del mare, che schiumano le loro brutture; come astri erranti, ai quali è
		riservata la caligine della tenebra in eterno 
		
		
		
		 I passi della sacra scrittura che includono questo (Gd 1,9-13) versetto si possono trovare nel sito del Vaticano:
		https://www.vatican.va/archive/ITA0001/__P10A.HTM
		Qui si può consultare l'intera Sacra Scrittura in tutte le lingue. 
		
		
		
		
		
		
		
		Nel 493 d.C. papa Gelasio I istituì la festa di S. Michele Arcangelo e di tutti gli angeli il 29
		settembre, giorno della consacrazione della Chiesa di San Michele in Via Salaria a Roma.
		Nella messa tridentina San Michele è ricordato espressamente più volte. Innanzitutto, è menzionato nel
		Confiteor come primo fra i santi, dopo la Vergine Maria, che è Regina degli Angeli e dei Santi. Lo si
		ritrova quindi nella preghiera di benedizione dell'incenso, in cui l'arcangelo viene invocato come «colui
		che sta alla destra dell'altare dell'incenso». 
		Importanti preghiere a Michele erano già contenute nei sacramentari di Papa Leone Magno (VI secolo;
		"Natale Basilicae Angeli via Salaria"), Gelasio I (VII secolo; "S. Michaelis Archangeli") e Gregorio
		Magno (VIII secolo; "Dedicatio Basilionis S. Angeli Michaelis").
		Nel XII-XIII si registrarono le prime menzioni di san Michele all'interno della liturgia: nel Confiteor
		e nel rito di incensazione degli altari al momento dell'Offertorio.
		Le preghiere a San Michele sono tutte valide e il culto a San Michele è di grande importanza per la
		Chiesa cattolica. Papa Leone XIII, ad esempio, compose alcune preci all'Arcangelo e, tanto in atti
		ufficiali della Santa Sede (pubblicamente consultabili da chiunque fin dall'epoca) quanto a più riprese
		in una pubblica Messa, ha dichiarato ai fedeli che la preghiera a San Michele Arcangelo fu a lui dettata
		lettera per lettera direttamente dal «Principe delle milizie celesti» in una visione diurna e consapevole.
		
		
		
		
 
		
		
		
		Dal 1884, anno della sua introduzione, fino al 1965, era obbligatorio che il sacerdote celebrante e i
		fedeli alla fine di ogni Messa non cantata si mettessero in ginocchio ai piedi dell'altare per recitare
		
le preci leonine , che includevano una
		preghiera	a san Michele.
		Con l'istruzione Inter oecumenici del 25 settembre 1964, in vigore a partire dal 7 marzo 1965, la
		Congregazione per i Riti e il Consiglio per l'Esecuzione del Decreto sulla liturgia del
		Concilio Vaticano II, dichiararono soppresso l'obbligo della recita di queste preci, che non erano più
		considerate parte della Messa.
		Oltre alle preci da recitarsi al termine della Messa, Leone XIII stabilì anche un rito esorcistico:
		
		
		
		
 
		
		
		
		Nella prima parte, il «principe gloriosissimo delle milizie celesti» e «custode e patrono della
		Santa Chiesa» viene invocato perché venga in difesa dei cristiani contro il demonio. La Coroncina di
		San Michele è composta da nove saluti, uno per ognuno dei nove cori angelici.
		Nel 2013 è stato posto nei giardini vaticani un monumento ad esso dedicato con atto di consacrazione
		dello stato Vaticano a San Giuseppe e allo stesso San Michele:
		
		
		
		
 
		
		
		
		Nell'immagine seguente si vede come sia possibile in modo approssimato congiungere svariati santuari costruiti e
		ad esso dedicati nel corso della storia. La linea che si forma dalla connessione dei santuari viene detta "colpo 
		di spada di San Michele al diavolo".
		
		
		
		
 
		
		
		
		Le preci leonine terminano con la preghiera in latino a San Michele:
		
		" Sancte Michael Archangele, defende nos in 
		proelio; contra nequitiam et insidias diaboli esto 
		praesidium. Imperet illi Deus, supplices deprecamur:
		tuque, Princeps militiae caelestis, Satanam aliosque 
		spiritus malignos, qui ad perditionem animarum 
		pervagantur in mundo, divina virtute, in infernum 
		detrude. "
		
		Di seguito la stessa preghiera in canto gregoriano dedicato all'arcangelo:
		
		
		
		
		
		
		
		